Dopo anni a seguire diete e schemi, il desiderio di riscoprire spontaneità e libertà nella propria alimentazione può essere grande. Qui però spesso nasce un dubbio: un'alimentazione intuitiva è solo libertà o coltiva anche la salute e il benessere?
Ti anticipo già che la risposta è che sì, è del tutto possibile avere un’alimentazione salutare che rispetti i propri bisogni e l’auto-ascolto. E anzi questo è proprio quello che si cerca di costruire insieme attraverso un percorso non prescrittivo e di alimentazione intuitiva.
Ma entriamo un po’ più nel dettaglio.
Perché è così difficile unire conoscenza e spontaneità?
È così difficile immaginare di unire educazione alimentare e auto-ascolto senza sentirsi in gabbia perché educazione alimentare e mentalità della dieta esistono nello stesso piano, quello cognitivo.
In pratica, le conoscenze alimentari e le regole dietetiche accumulate nel tempo sono entrambe parte della sfera della mente, del pensiero cognitivo e razionale.
Al contrario, invece, l’ascolto dei propri bisogni fa parte della sfera delle sensazioni, delle emozioni, della percezione. Un piano quindi molto diverso, più spontaneo e profondo.
Se guardiamo a tutto questo con un esempio pratico è facile, pur venendo da molte diete, immaginare di sentire lo stomaco brontolare e pensare “Avrei fame” o ancora immaginare il desiderio di una brioche appena sfornata sentendo il profumo davanti al bar di prima mattina. Questi segnali sono infatti sul piano delle sensazioni.
Una volta che ho sentito (appunto) di aver fame, lì si attiva la parte della mente “Ok, mangerei ma cosa sarebbe meglio scegliessi? Ascolto le voglie o opto per qualcosa di "salutare"? E quanto mangio?”. Ecco che entra in gioco la parte cognitiva, del pensiero, in cui educazione alimentare e regole dietetiche si intrecciano, portando a pensieri su cosa sia giusto o sbagliato. Cosa faccia bene o meno. E così via.
Come ritrovare un'alimentazione intuitiva e serena?
Per riscoprire quindi un equilibrio più spontaneo e naturale tra le proprie sensazioni e conoscenze nel rapporto con il cibo, ecco alcuni passi preziosi.
#1 (Ri)dare importanza all’ascolto dei propri bisogni
Dopo anni di diete, e per il semplice fatto di vivere in una realtà in cui la cultura della dieta è così grande, la parte cognitiva del proprio rapporto con il cibo può aver preso il sopravvento. I pensieri su cosa è giusto scegliere, quanti grammi, a che ora mangiare e quanti pasti fare. È per questo che diventa importante (ri)imparare ad ascoltare i segnali del proprio corpo, il senso di sazietà, le voglie, il riconoscere i propri gusti e i propri bisogni.
Può essere un percorso profondo, è vero, ma quanta libertà può donare?
#2 Riconoscere le conoscenze dalle regole dietetiche, o ancor più dalla cultura della dieta
Se è vero che ci sono delle linee guida di un’alimentazione di benessere, è anche vero che queste non sono uniche e assolute. Dipendono infatti dalla realtà della persona, con il proprio corpo, le proprie risorse (tempo, energia, disponibilità economica, famiglia…), le proprie emozioni. La cultura della dieta tende a filtrare tutto ciò che ruota intorno alla salute come giusto/sbagliato, proprio come degli occhiali che portano a vedere tutto in bianco e nero. Senza sfumature. Ecco perché riconoscere questo filtro, come sta influenzando i propri pensieri e le proprie scelte è così importante.
Per esempio, hai mai notato come i timori riguardino soprattutto alcuni alimenti e nutrienti, quelli più etichettati come sbagliati - calorici - da evitare?
#3 Scoprire un’educazione alimentare più neutra, positiva e personale
Infine un altro passo prezioso è costruire una nuova base di educazione alimentare, che sia davvero d’aiuto nella propria quotidianità.
Attraverso un’educazione alimentare neutra perché esce dal circolo del giusto/sbagliato, dal senso di giudizio nelle scelte a tavola, dal valore che si sente di avere come persona in base ad esse.
Positiva perché coinvolge la persona, le dà strumenti da usare in autonomia e libertà, che nascono dai propri valori e dal proprio senso di benessere.
Personale perché tiene di conto dei bisogni della persona, che sono unici e preziosi. E che, ancor più, riconosce nella generalizzazione il pericolo che si crei una nuova regola difficile da gestire.
Ad esempio una campagna di salute qualche mese fa riportava questa frase “Consuma regolarmente pasta, evitando di aggiungere troppi condimenti grassi”.
Quali sono i primi pensieri che ti nascono?
Probabilmente saranno mille domande come “Cosa vuol dire regolarmente?” e “Quanti sono troppi grassi?” e ancora “Quali condimenti quindi devo evitare?”. Ecco perché mettere al centro il benessere della singola persona senza generalizzazioni diventa così importante per lasciar andare ogni timore (ed evitare che ne nascano di nuovi).
Riassumendo...
Per concludere, riprendendo la domanda che ti ha portato qui, sì, è possibile raggiungere un passo alla volta un’alimentazione che unisca in modo sereno e libero le linee guida e l’ascolto dei propri bisogni.
Essendo linee guida e cultura della dieta sullo stesso piano, quello della mente, questo percorso richiede qualche attenzione in più e diventa davvero prezioso (ri)dare spazio alle proprie sensazioni per ritrovare un'alimentazione intuitiva.
Ed infine, sì, questo può essere raggiunto anche quando ci sono situazioni di salute delicate (diabete, Sindrome dell’Ovaio Policistico, celiachia..) che richiedono accortezze speciali. Semplicemente questo percorso di riscoperta seguirà dei passi che ne tengano di conto.
E per ogni domanda dovesse nascere, io sono qui per te.