Quale è l'alimentazione migliore per te pensando al tuo benessere sia fisico che emotivo?
Capisco benissimo che sia difficile avere le idee chiare sul tema alimentazione, soprattutto con tutte le informazioni e i consiglio che si trovano oggi online.
Ci tengo tantissimo, quindi, ad aiutarti nel trovare la tua risposta. Sappi che questo lascerà spazio a qualche “dipende” in più, ma alla fine dell’articolo saprai finalmente quali domande porti per trovare l'alimentazione migliore per te.
Prima però: sai la differenza tra cosa, come e perché mangiare?
Quando ti chiedi “cosa mangiare”, in realtà probabilmente stai racchiudendo al suo interno 3 diverse domande:
- Cosa devo mangiare
- Come devo mangiare
- Perché devo mangiare
Non mi soffermerò a lungo sull’argomento in questo articolo, ma è davvero importante che tu colga la differenza per poter andare avanti.
Il cosa mangiare racchiude le abitudini alimentari migliori per te. Per farti capire meglio, qui rientra tutto ciò che è nutrienti, alimenti, intolleranze...
Il come mangiare riguarda invece come ti approcci al cibo e rientrano qui argomenti come il segnale di fame-sazietà, l’orario dei pasti, gli alimenti vissuti come proibiti.
Infine, il perché mangiare racchiude fame legata alle emozioni, stress e tutto ciò che influenza il tuo rapporto con il cibo nella sfera più emotiva.
Conoscere questa differenza è importantissimo. Perché?
Perché trovare il tuo equilibrio nel rapporto con il cibo vuol dire prendersi cura delle 3 sfere, con attenzioni e strumenti diversi ma legati.
Oggi ci soffermiamo quindi sulla sfera del cosa mangiare, mentre al “come” e “perché” ci dedicheremo in altri articoli.
Domanda #1. Cosa mettere nel piatto per un'alimentazione nutriente?
La prima cosa da fare è mettere una buona base di educazione alimentare per capire quali scelte alimentari sono più vantaggiose per il tuo benessere.
Per farlo puoi dedicarti alla lettura delle varie linee guida (googlando “Linee guida sana alimentazione 2018” trovi quelle italiane più recenti), oppure affidarti ad un professionista per degli incontri privati o dei corsi sul tema.
In questo momento non preoccuparti di eventuali necessità speciali. Inizia imparando le poche cose davvero utili per avere un’alimentazione nutriente ed equilibrata.
Domanda #2. Quali sono i tuoi bisogni speciali?
La seconda domanda a cui devi rispondere per trovare la tua alimentazione di benessere è: ho dei bisogni speciali? E se sì, quali sono?
Se, infatti, le basi sono uguali per tutta la popolazione generale, alcuni aspetti vanno poi adattati ai tuoi bisogni unici.
Non parlo tanto di quantità, cosa che abbiamo detto prima rientra nella sfera del “come mangiare”. Mi riferisco invece a quali alimenti preferire, con quali abbinamenti ed in che frequenza.
Per farti un esempio, nel caso mio e di molte mie pazienti rientrano qui tutte le piccole accortezze legate alla Sindrome dell’Ovaio Policistico e alla conseguente insulino-resistenza.
Voglio però darti un consiglio prezioso: attiva la modalità “critica” in questo step.
E’ proprio qui che, spesso, fanno leva alcuni tipi di marketing travestendo da bisogni speciali tante caratteristiche che invece rientrano tranquillamente nella popolazione generale e che, quindi, non hanno bisogno di ulteriori limiti o regole.
Domanda #3. Cosa ti dice il tuo corpo?
Ci sono alimenti che proprio non ti piacciono?
Cibi che fai fatica a digerire?
O, al contrario, alimenti di cui vai pazza?
Ricordati che nessuno conosce meglio di te stessa i tuoi bisogni. La tua alimentazione deve rappresentarti a pieno, andare incontro alle tue esigenze e non semplicemente rispettare le Linee Guida. Impara quindi a leggere i segnali del tuo corpo per trovare la realtà perfetta per te.
Ti porto un esempio tratto dal lavoro con una mia paziente.
Lei è una lavoratrice pendolare e una mamma. Quindi le giornate sono molto impegnative e il tempo è poco. Guardando alla semplice teoria, le linee guida dicono che alcune attenzioni importanti sono consumare la verdura ai pasti principali e variare molto. La paziente non è abituata a variare ed inoltre ha davvero poco tempo da dedicare alla preparazione dei pasti. Ecco che, cercando insieme una soluzione che fosse il giusto compromesso per il suo benessere, è emersa la possibilità di sfruttare pasti già pronti (asporto, gastronomia, ristorazione...) per il pranzo in ufficio. Questo le ha permesso di alleggerire il carico quotidiano, variare più facilmente, inserire molto spesso delle verdure, il tutto mantenendo l'appagamento e il gusto.
Lasciando andare la perfezione e mettendo al centro la persona, i suoi bisogni e il suo benessere.
Questo è sicuramente il punto più impegnativo, soprattutto dopo un passato di diete e piani alimentari, perché si è persa la fiducia nei propri segnali e nella capacità di auto-regolarsi e prendere scelte di benessere in autonomia.
Sappi che non sei sola e che, se ne senti il bisogno, puoi chiedere supporto per essere guidata in questo tuo percorso.