Una donna dolce tra voi, G., ha condiviso questa domanda in risposta ad una newsletter: “Perché la sera perdo il controllo sul cibo, mentre il giorno va tutto bene?” e vorrei parlarne insieme. Perché è un nodo che torna spesso nelle vostre parole, e nello spazio di cura.
La notte, la sera in particolare, ha caratteristiche uniche rispetto al resto della giornata ed è per questo che può capitare di viverla con più difficoltà quando si tratta di cibo.
Se perdo il controllo nel cibo, è un nodo nutrizionale o psicologico?
Dipende.
Partiamo dai fili più nutrizionali che possono essersi intrecciati nel tempo, per spostarci piano piano su quelli più emotivi.
Filo uno.
Un primo punto da esplorare è se nel corso della giornata stai vivendo quella che viene chiamata una restrizione nutrizionale. Ossia se nel corso della giornata cerchi di controllarti con il cibo nel tentativo di mangiare meno e meglio. Ad esempio segui una dieta, cerchi di limitare le quantità, eviti certi cibi... Diventa probabile così arrivare a sera senza aver coperto i bisogni nutrizionali di cui il tuo corpo ha bisogno, vivendo una spinta verso il cibo molto forte alla fine della giornata.
Filo due.
Un secondo filo che può contribuire al crearsi di questo nodo è la mancanza di piacere e di presenza, nel cibo. Uno dei pilastri del nostro rapporto con il cibo è proprio il piacere (come abbiamo visto in questa masterclass in dono sulla sazietà): l'esperienza del cibo ad un livello sensoriale e cognitivo, ossia sentire il cibo, gustarlo con presenza e connessione. Questo a volte può venire meno, o perché come abbiamo visto prima stiamo vivendo una restrizione nutrizionale, o semplicemente perché a volte gli impegni della vita trascinano via.
Su questo, ti racconto quello che ho vissuto io quando anni fa ero nella ricerca medica per la lesione del midollo spinale. Stando in laboratorio dal mattimo presto fino a sera inoltrata, gli orari erano molto intensi. Inoltre dovendo lavorare in zone che dovevano essere sterili, diventava difficile anche fare delle pause ricorrenti. Quindi succedeva che tutta quella parte di piacere, di presenza, di rilassamento legata al cibo veniva messa in pausa fino alla sera quando finalmente tornavo a casa, dove poi a volte esplodeva.
Filo tre.
Il terzo filo da poter esplorare è più emotivo: nel corso della giornata ci sono stati dei bisogni che non sono stati coperti, oltre quelli nutrizionali?
Bisogni legati al riposo, alla socialità, alle emozioni… che sono stati chiusi nel cassetto durante tutta la giornata perché poter andare avanti con il lavoro, la vita, la famiglia, la casa eccetera per poi esplodere la sera. Quando finalmente puoi rallentare, fermarti.
Filo quattro.
Infine, l’ultimo aspetto che vorrei esplorare insieme oggi è anch’esso emotivo.
Prova a pensarci su, durante la giornata c'è sempre qualcosa che ti distrae, che copre pensieri ed emozioni più scomode.
Quando arrivi a sera invece ti ritrovi a stare con te stessa. Quindi se ci sono dei pensieri che ti preoccupano o se hai difficoltà a stare con le emozioni più sfidanti, a fine giornata quel cassetto si spalanca perché non c'è più nulla a coprire e distrarre. Stare con i propri pensieri e le proprie emozioni può essere molto faticoso, e può accadere che il cibo diventi un modo per farli fluire, per alleggerire il carico di queste emozioni, di questi pensieri.
Questi sono i quattro fili.
Ovviamente non sono gli unici, è bene ricordare sempre che ci sono un'infinità di sfumature personali, ad esempio possono esserci degli effetti legati alla sfera ormonale, l’assunzione di alcuni farmaci, aspetti psicologici più profondi e dolorosi… Questi quattro, però, sono i perché che molto spesso si scoprono nello spazio di cura insieme quando si vivono perdite di controllo alla sera.
Prima di salutarci, un ultimo PS.
Abbiamo parlato molto della sensazione di perdere il controllo con il cibo come un nodo, ma siamo sicuri che lo sia davvero?
Mi spiego meglio.
Noi siamo cresciuti con questo immaginario alla Bridget Jones dove mangiare il gelato sul divano la sera durante un film perché siamo tristi, è sbagliato. In realtà, il cibo è uno degli strumenti che abbiamo per far fluire le emozioni. Non è sbagliato che questo accada e naturalmente è più facile che accada la sera perché difficilmente durante la giornata abbiamo modo di fermarci e sentire.
Può diventare un nodo nel momento in cui:
- la frequenza e la quantità con cui accade diventa disturbante, invalidante
- quando accade mi sento in colpa, a priori
Però di per sé mangiare (anche) per emozioni, è umano e naturale.